lunedì 28 ottobre 2013

Detenuti lavorano a maglia e all'uncinetto nel carcere di massima sicurezza

Quella che per noi è una passione e un divertimento per qualcuno può essere molto di più.
Lo dimostra questo articolo, che ho trovato estremamente interessante perché tratta un tema delicato al quale molto spesso preferiamo non pensare. Uno Stato civile non può considerare la pena detentiva come una "punizione" fine a se stessa ma dovrebbe considerarla un "passaggio obbligato" per educare e reintrodurre nella società una persona migliore. E questo può avvenire in diversi modi.

Traduco dal blog http://eunemsabia.blogspot.com.br/

I detenuti del carcere di massima sicurezza Professor Ariosvaldo Campos Filhos, a Juiz de Fora, stanno imparando a lavorare a maglia e l'iniziativa si sta rivelando una miniera d'affari. I pezzi da loro prodotti sono venduti in Brasile e all'estero e costano fino a 1.500 Real (circa 500,00€).


Per ogni giorno di lavoro riducono di un giorno la pena e ricevono 100 Real (circa 35€). 
La produzione è coordinata da Raquel Guimaraes, 32 anni, proprietaria della società Doisélles. Per lavorare con lei i detenuti devono tenere una buona condotta e superare una difficile selezione. 







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